fragilità

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40x50 acrilico su tela

Bolle di sapone, magiche, fragili ed effimere, tonde meraviglie dai mille colori che riescono a strapparci quella primordiale attitudine al sorriso, alla sorpresa, al desiderio di bellezza che cova, spesso represso, o semplicemente dimenticato.

Nel nostro inconscio lo sappiamo: SIAMO SIMILI ALLE BOLLE DI SAPONE.Volteggiano, in coro, piccole creature nate da un soffio leggero.Si muovono mostrando la grazia iridescente e trasparente che le sposta, in balia del vento (come nel racconto di Italo Calvino, «Fumo, vento e bolle di sapone», quando Marcovaldo è l'unico preoccupato nel vederne migliaia, mentre gli altri operai «che andavano al lavoro si fermavano allegri a guardare questo spettacolo pieno di colori»).E poi, con altrettanta leggiadria a volte s uniscono, talora si posano, e subito, però, pof!, si rompono e scompaiono, in un attimo fatidico. Ma, in quei brevi istanti di "vita", quanta gioia, forza poetica, quanta arte e quanta scienza, in quei «grappoli di bolle che si allungano in ghirlande iridate» (ancora Calvino).

Sono simbolo e metafora della fragilità e, perciò, della precarietà delle ambizioni umane. Della vita stessa.